Un vero gentiluomo deve avere alcune spiccate qualità, capaci di suscitare negli interlocutori ammirazione e rispetto. Tra le principali doti di un gentleman va considerata l'arte della conversazione. In un precedente post, che potete leggere qui, vi parlavo delle piccole, ma importanti regole da seguire durante le chiacchierate a tavola. Non è vano ribadire che quelle regole di conversazione valgono in ogni ambito e in ogni momento, non soltanto durante le occasioni conviviali.
Volendo comunque provare a sintetizzare un vademecum per la Buona Conversazione, mi permetto di lanciarvi i seguenti suggerimenti:
Ascoltare molto, parlare poco
Le persone, in genere, preferiscono essere ascoltate piuttosto che ascoltare. Ragion per cui sarete considerato un ottimo conversatore se passerete più tempo ad ascoltare che a parlare. Inoltre, quando deciderete di proferir parola, l'attenzione nei vostri confronti sarà maggiore.
Tono di voce
Come sempre, la regola da osservare da quando ci svegliamo a quando ci addormentiamo, per ogni giorno della nostra vita, è Equilibrio. Lo stesso vale per il tono di voce:
- se è troppo alto, infastidirà gli altri e vi farà apparire aggressivo e volgare;
- se è troppo basso, il vostro interlocutore potrebbe far fatica a capirvi e gli altri convenuti potrebbero pensare che stiate bisbigliando, cosa poco gradevole.
Evitate di parlare a velocità elevata: conversare deve essere un piacere, se correte troppo metterete ansia all'interlocutore; potreste mangiarvi le parole, diventando poco comprensibili; rischiereste di sputacchiare a destra e a manca!
Evitate, però, anche di parlare con una lentezza spiazzante, con lunghe pause tra una frase e l'altra. Le persone si annoiano rapidamente, figurarsi di fronte ad un interlocutore alla Zeman!
Argomenti
Il principe degli argomenti da conversazione è uno solo: il Pettegolezzo. Le persone amano spettegolare su questo o quello, ma bisogna sempre seguire la regola aurea dell'Equilibrio. Se darete l'impressione di essere la versione in carne e ossa di un rotocalco scandalistico, i vostri interlocutori potrebbero pensare che, in loro assenza, voi possiate fare lo stesso nei loro confronti e saranno sempre guardinghi sul cosa dirvi. Evitate il pettegolezzo malizioso, perché spesso la malizia viene confusa (e giustamente!) con la cattiveria.
Altri argomenti da conversazione? Arte, letteratura, cinema, teatro, musica, sport (senza sembrare un ultras), moda, viaggi, scommesse e giochi.
Argomenti da evitare: finanza, politica, religione, aspetto fisico, morte, età, argomenti eccessivamente tecnici.
Gestualità
Quando si parla, sarebbe meglio evitare di gesticolare. Per questo conviene aiutarsi stringendo un calice di vino o di champagne, o magari un bel sigaro o una pipa. Tenere le mani occupate limita di molto la gestualità. Qualora invece le mani siano libere e inevitabilmente fossimo portati a gesticolare, bisogna cercare di essere moderati e armoniosi: evitare scatti, iperboli, pose dannunziane e quant'altro. Le dita non picchiettano sul tavolo, le mani non sono mai in tasca o, peggio ancora, dietro la nuca. Evitare, infine, di accarezzarsi la barba, i baffi, i capelli, il naso e, soprattutto, non bisogna mai toccare l'interlocutore.
Turno
E' sempre più frequente il malcostume di chi, prevaricando gli altri, impone la propria voce e i propri argomenti o, peggio, si intromette in discussioni di altri. Per questo è vivamente indicato il rispetto dell'antica regola dell'avvicendamento:
- Il parlante di turno seleziona il successivo.
- Se il parlante di turno non seleziona nessuno, ciascuno può prendere la parola, prediligendo le donne rispetto agli uomini.
- Il parlante che ha il turno, lo mantiene senza che nessuno lo interrompa. Sta a lui rendersi conto che non può monopolizzare il discorso!
Queste sono le principali regole della buona conversazione. Ve ne sono molte altre, come il divieto di dire "piacere" quando ci si presenta o quello di dire "cin cin" quando si fa un brindisi. Per il momento, però, direi che queste poche norme del buon conversare siano sufficienti.
Au revoir.
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